Pasqua in Sicilia: le tradizioni religiose di Enna, Aidone e Piazza Armerina
Se stai pensando di visitare la Sicilia in primavera e vuoi scoprirne una parte davvero autentica non puoi perderti i riti della Settimana Santa nell’entroterra ennese, senza dubbio tra i più suggestivi d’Italia. Non a caso la Settimana Santa di Enna è un bene protetto dall’UNESCO!
Enna, ma anche Aidone e Piazza Armerina, portano avanti da secoli le loro antiche tradizioni, tra fede e riti popolari, con usanze che continuano a essere fortemente sentite dagli abitanti e affascinano chi viene da fuori.
Seguimi per un mini-viaggio alla scoperta di queste tradizioni!
[Un grazie particolare va ai fotografi Gianluca Murella e Giuseppe Di Vita che mi hanno fornito i loro contributi fotografici]
La Settimana Santa di Enna: le processioni degli “incappucciati”
I riti della Settimana Santa ennese affondano le radici all’epoca della dominazione spagnola, tra il 1400 e il 1600, e sono caratterizzati dalle processioni delle confraternite degli “incappucciati”, che si svolgono dalla Domenica delle Palme alla domenica successiva alla Pasqua.
Le celebrazioni hanno inizio la mattina della Domenica delle Palme (la domenica che precede la Pasqua), con una processione che arriva alla Chiesa di San Leonardo, dove si celebra la Messa della Passione di Cristo. Nei giorni seguenti si svolgono altre processioni ma è per il Venerdì Santo che ad Enna si radunano fedeli e turisti per la famosa processione che rappresenta il momento clou della Settimana Santa ennese.
Nel pomeriggio le quindici confraternite di Enna, che si contraddistinguono ciascuna per un diverso colore delle vesti, partono dalle proprie chiese e raggiungono il Duomo, da dove iniziano a sfilare in processione: vedere più di duemila incappucciati che procedono in religioso silenzio è uno spettacolo davvero toccante, che nonostante i molti turisti e fotografi non ha ancora perso un grammo della sua autentitictà.
I riti proseguono poi nella giornata di Pasqua con la cerimonia che porta le statue del Cristo risorto e della Madonna nel Duomo, dove rimangono esposte alla venerazione dei fedeli fino alla domenica successiva.
I “Santoni” di Aidone
Ad Aidone, che dista circa 30 km dal capoluogo di provincia, la Pasqua assume contorni più colorati e pittoreschi grazie all’entrata in scena dei “santoni”, che fanno la loro prima “uscita” nella domenica della Palme.
Questi curiosi personaggi sono enormi statue cave in cartapesta alte tre metri, con abiti variopinti, che riproducono i dodici apostoli e che vengono portate a spalla da volontari detti santari, nascosti al loro interno. Anche in questo caso la tradizione deriva probabilmente da un retaggio spagnolo.
Durante la Domenica delle Palme i Santoni escono dalle chiese con le proprie confraternite di appartenenza (ad Aidone sono 7), dirigendosi verso il portone chiuso della Chiesa Madre (rievocando la chiusura delle porte di Gerusalemme nei confronti di Gesù). Alla fine San Mattia apre la porta e fa entrare i santoni, dando inizio alla messa della Passione.
Il Venerdì Santo si svolge poi la deposizione della croce, con una processione che vede la presenza dei lamentatori che narrano la storia di Cristo nel tipico dialetto gallo italico aidonese.
Poi la domenica di Pasqua, dalle dieci del mattino circa, tornano in scena i santoni nella “Giunta” pasquale, ovvero l’incontro tra la Madonna e il Cristo risorto: in piazza Cordova i Santoni corrono da una parte all’altra, esultando per la resurrezione di Gesù. A mezzogiorno la Statua della Madonna viene liberata dal velo nero e accompagna la statua del Cristo fino alla Chiesa madre, tra i salti di gioia dei santoni, per poi tornare nella chiesa di Santa Maria La Cava.
Piazza Armerina e i lamentatori
A Piazza Armerina il momento più suggestivo dei riti pasquali è la processione del Venerdì Santo che, come ad Aidone, vede la presenza dei “lamentatori” (attivi anche durante tutto il periodo quaresimale nelle varie manifestazioni religiose della città).
Le lamentazioni, che hanno origine nel medioevo, sono tipiche del lutto pasquale nella provincia di Enna. Eseguite in antico dialetto siciliano, con parole che vengono tramandate nelle generazioni, a Piazza Armerina sono particolarmente suggestive.
Anche qui, come ad Aidone, vengono recitate nel tipico dialetto gallo-italico, decisamente incomprensibile ai non autoctoni, ma anche senza capire il dialetto ciò che è affascinante è il ritmo del suono delle lamentazioni, drammatico e quasi ipnotico.